Dal “niente” al “TUTTO”

Una delle prime frasi che si dicono quando accogliamo nostro figlio o nostra figlia che rientra da scuola è: allora, com’è andata? tutto bene? cosa hai fatto di bello oggi? e solitamente la tanto attesa risposta è: niente.

In realtà in questo niente c’è tutto quello che hanno fatto, dalle attività, ai giochi, al pranzo, alle risate, ai bisticci, alle canzoni… Ma anche insistendo, non riusciamo ad ottenere nulla di più di questo niente.

Proviamo a leggere tra le righe: quello che il/la nostro/a bimbo/a vuole dirci è: “mamma, papà, ho fatto tante cose oggi, mi sono divertito, ma adesso sono stanco, e non ho proprio voglia di raccontare. Il cancello della scuola si è chiuso e per me quel tempo è finito e si è concluso. Adesso ho solo voglia di stare a casa mia a giocare con te. Magari più tardi ti racconto qualcosina…”

In fondo anche noi adulti, una volta finita la nostra giornata lavorativa, non abbiamo sempre voglia di parlarne. Preferiamo dedicarci ad altro. Anche per i bambini a volte è così. Poi, improvvisamente, iniziano spontaneamente a raccontare di quello che hanno fatto a scuola.

Aspettare che siano pronti è il modo migliore per trasformare il “niente” in “tutto”.

maestra Valeria